giovedì 4 agosto 2011

La nascita di mia figlia....

E così Delia è arrivata.... cercherò di essere breve e non perdermi troppo nei particolari, ecco com'è venuta al mondo il nostro pezzetto di paradiso.....

Sono le 4.30 di domenica 31 luglio 2011 e mi sveglio come sempre per andare a fare la pipì, sono a 39 settimane e 4 giorni di gestazione, ormai dormire è sempre più difficile. Abbasso le mutandine e vedo una perdita di acqua dal colore roseo. Penso sia l'inizio della rottura delle membrane ma poi mi vengono in mente i racconti delle altre mamme e la rottura delle acque pare avvenga in modo più "visibile"! A quel punto scendo in salotto e guardo questa benedetta luna nuova.... dentro di me mi dico che vorrei tanto nascesse subito la mia Delia, voglio conoscerla, l'impazienza ormai è alle stelle. VOGLIO conoscerla!!!

Torno a letto, mi sveglio verso le 8.00 con dei doloretti di tipo mestruale, ma non prendono la schiena  e penso che siano solo doloretti così....questi doloretti iniziano ad aumentare d'intensità e alle 8,30 vado in bagno e vedo una goccia di sangue con un pò di muco. Ci siamo! sento che ci siamo ma non voglio dirlo troppo in fretta, i dolori sono così leggeri che mi sembra strano, fossero davvero così sopportabili partorirei ogni giorno! Sveglio mio marito e gli dico che è meglio andare in ospedale, se non altro ci fanno il famoso tracciato per capire la situazione! Ce la prendiamo con comoda, facciamo colazione al bar e andiamo all'ospedale di Bentivoglio. Ci portiamo sù tutto, la mia valigia e quella di Delia. Arriviamo al reparto maternità e dico che sto perdendo il tappo e di avere le contrazioni ogni 15 minuti. Un' ostetrica mi guarda in e mi dice, penso che siano solo quelle iniziali e che il tuo parto è molto lontano, altrimenti avresti un altro tipo di faccia! 
Mi fanno la visita, non sono dilatata nemmeno della punta di un dito. Tracciato: presenza di contrazioni irregolari. Il dottore mi dice che se voglio, posso farmi ricoverare, altrimenti posso tornare a casa (distanza 10 km) e tornare quando i dolori saranno più forti. O cazzo, inizio a spaventarmi.......perché proprio mentre faccio il tracciato l 'intensità dei dolori aumenta e mi dico che se quello è solo l'inizio, sto per vivere un incubo! Decidiamo di tornare a casa e l ostetrica nel salutarmi mi dice "la prossima volta per scaramanzia non portare sù le valiglie)...
Torniamo a casa, decido di farmi un bagno caldo, ho sempre più male e continuo a perdere sangue e muco. Mio marito in bagno con me cronometra la distanza delle contrazioni, sempre irregolari sia come intervallo che come durata. Ad un certo punto mi chiede se può andarsi a fare un pisolino, io gli dico vai tranquillo, dopo 10 minuti mi trascino da lui piangendo. NON ce la faccio più!! Mi metto a piangere a singhiozzi e gli dico che se quelle non sono contrazioni  VERE, io VOGLIO l'epidurale!!! Ho paura! ora l'intervallo fra una contrazione e l'altra è di 5 minuti, poi di 3...io cammino per casa, mi butto per terra al picco di ogni contrazione, mio marito mi aiuta a vestirmi e torniamo in ospedale. Mi faccio venire a prendere in barella all'entrata, piango e chiedo scusa, dico che solitamente non sono una pappamolle ma questi dolori non sono umani!! Mi visitano: 7 cm di dilatazione. Sono le 12,30 e mi portano in sala travaglio, una camera intima con un letto, una poltrona e due ostetriche gentilissime che le bacierei se tornassi indietro! Mi svestono, mi mettono il camice e mi chiedono se preferisco stare in piedi ad affrontare il travaglio.....mettono tappetini assorbenti ovunque, io posso girare (e soffrire) nella stanza liberamente, questo è importante perché qualche attimo prima della fase finale ovvero di espulsione, chiedo di usare il bagno per "liberarmi"....(maledetto cappuccino!!!)...subito dopo sento il bisogno di spingere insieme alla contrazione sempre più forte e mi chiedono se preferisco usare lo sgabello, mi dicono che forse mi aiuterebbe ad affrontarla meglio e con il supporto di mio marito (che nel frattempo si stava godendo dal divanetto lo spettacolo di una donna nuda-mi sono liberata del camice in meno di tre minuti dall'inizio del travaglio-che si dimenava piegandosi per la stanza all'arrivo di ogni contrazione facendo respirazione ed espirazione a gogò), annuisco e mi portano un oggetto che assomiglia ad un water sul quale potermi sedere a gambe larghe e spingere, posano un telo per terra e inizia la fase più terribile che mai avrei potuto immaginare tale. Mi dicono di spingere e io chiedo disperata "ma come spingere? se spingo rischio di fare la cacca!" loro dicono che è proprio così, come se dovessi andare di corpo, mentre spingo faccio urli disumani, dico che non ce la faccio, mi sento uccidere, il bruciore e la sensazione lì sotto mi sovrastano, non ce la faccio non ce la faccio, ma ad ogni contrazione mio marito seduto dietro di me che mi fa da schienale sorreggendomi mi incoraggia a spingere e mi dice brava amore brava amore...le ostetriche mi dicono che ho una grandissima energia, io spingo per istinto e muoio poco a poco, la mia non è energia, è disperazione, voglia disperata di finire tutto l'incubo. Dopo la terza spinta l'ostetrica si mette il camice e prepara tutto, mio marito cerca di caricarmi facendomi notare che se si è messa il camice vuol dire che siamo alla fine. La testina si vede già, dice lei....arrivano una contrazione dopo l'altra, io spingo e urlo con l'acuto più alto e potente che possa emettere, come a richiamare Dio e e a dirgli aiutami o muoio. Ma non muoio. Mi sembra di perdere i sensi per un microsecondo..... e poi...ecco che la vedo scivolare giù. Nel mio stato di torpore vedo questa cosina viola tutta viscida che in un minuto si trasforma in mia figlia. Sono le 14.42, sento mio marito piangere come un bambino dietro di me. Ripete "ce l'abbiamo fatta, è bellissima" e piange a singhiozzi. Mi mettono sul letto e me l'appoggiano sul petto, inizia il nostro amore, il nostro primo contatto, la guardo, mi guarda, cerca il seno, le do il seno, l'ostetrica l'aiuta a prenderlo bene ed eccola lì che succhia. Mio marito è sulla sedia alla mia sinistra, mi bacia, ci bacia. Gli fanno tagliare il cordone e lui piange ancora. Intanto l'altra ostetrica mi dà altre indicazioni per far uscire la placenta e il resto, mi sento ancora molto indolenzita, Delia nell'uscire aveva la manina vicino alla bocca e mi ha lacerato un pò, mi fanno anestesie locali, cuciono, puliscono tutto, mi mettono la mutanda e l assorbente ed escono. Noi siamo lì. Da soli, in una stanza con le tapparelle a metà, una temperatura perfetta...rimaniamo in quella stanza noi tre per ben due ore e mezza. Trovo anche la forza di alzarmi dal lettino e mettergliela in braccio (scatto la foto più bella che potessi mai scattare in vita mia....l'espressione di un papà felice). Cammino un pò per sgranchirmi le gambe, il dolore lì sotto è impercettibile, ma non riesco a camminare benissimo, fa niente mi dico, fra un pò passa...guardo mio marito e mia figlia e tatuo nella mia mente il ritratto della nostra felicità assoluta.
Le ostetriche tornano, ci accompagnano al nido (la porta di fronte) e aiutano mio marito a farle il bagnetto e a pesarla. La controlla la pediatra, le mette il braccialettino, mette lo stesso braccialetto formato XL anche me e me la mettono in braccio. Ci accompagnano in stanza, la stendo nella culletta vicino al mio letto, la bacio, la copro e dorme. Mi metto nel letto vicino a lei e provo a dormire ma sono troppo innamorata di lei per chiudere gli occhi e lasciarla anche solo col pensiero.

Siamo tornati a casa martedì alle 15.00 e insieme a Delia siamo nati noi, i suoi genitori. Cambiati, ancora più uniti, e con una nuova priorità nella vita. L'abbiamo cercata per 4 lunghi anni, ma ne è valsa la pena. 



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