giovedì 12 gennaio 2012

fra biscotti e palestrine...5 mesi di amore.

Delia ha cinque mesi e qualcosa. E' sorridente, socievole, simpatica, vivace, furba e coccolona. Se all'inizio è stata un'esperienza durissima, man mano che lei si abituava a stare al mondo, tutto è diventato più semplice e a dir poco meraviglioso. La mia grandissima fortuna è stata quella di ritrovarmi una bambina che a 1 mese e mezzo ZAC, ha deciso di dormire tutta la notte. Fino al terzo mese tirava dalle 21,30 alle 6,00 della mattina, famelica ed in cerca della tetta. Allo scattare del terzo mese, in concomitanza con l'addio (moralmente doloroso) del latte materno, è riuscita a tirare fino alle 8,30/9,00 grazie al latte artificiale della sera prima.
E già questa benedizione divina del poter dormire di notte ha trasformato la mia maternità in qualcosa di magico.
Delia è cresciuta in un ambiente famigliare molto tranquillo e allegro. A soli 2 mesi e mezzo ha affrontato un viaggio aereo di 4 ore senza fare una piega. Si è ritrovata al mare e ad indossare vestitini estivi a Novembre rinforzando non poco le sue difese immunitarie. Ama sentirmi cantare, ed è l'unico modo per ipnotizzarla durante il cambio, altrimenti per via della sua iperattività che scarica nelle gambine in continuo movimento, mi sarebbe impossibile metterle un pannolino. Ama la palestrina ma si annoia in fretta. Non l'ho abituata a stare molto in braccio e per fortuna mi lascia il tempo di occuparmi delle mie cose, di cucinare, lavarmi e fare i biscotti per sentirmi più mamma. Non lo so, è che da quando c'è lei, amo ancora di più la mia cucina. Non conosco ancora la connessione psicologica, lo scopriremo col tempo! Quando la palestrina inizia a starle stretta, dopo vari suoi tentativi di mangiarsi il tappetino e le gambe di plastica della suddetta palestrina, capisco che forse ha voglia di coccole. Me la metto contro il mio petto in posizione orizzontale, col ciuccetto, e lei allunga il braccino libero per toccarmi la faccia. Vedi anche strapparmi le labbra e graffiarmi i nei. Per fortuna tale posizione soporifera la stende dopo 10 secondi. I suoi sonnellini diurni durano un massimo di mezz'ora, giusto il tempo per ricaricare le sue pile. Appena si sveglia la metto seduta nel seggiolone e mi osserva nelle mie gesta quotidiane. Il suo momento migliore risulta essere l'ora della frutta che mangia con gusto da un mesetto. La pediatra mi aveva indicato sul foglio "mezzo frutto al giorno". Lei se ne pappa uno intero e il cucchiaino di gomma è diventato il suo miglior amico.
Ormai siamo quasi pronti per la pappa, ancora una ventina di giorni e si comincia con questa famoso svezzamento. Parlare di svezzamento un pò mi spaventa, mi fa capire quanto veloce siano  scivolati via questi mesi, mi fa realizzare che Delia non è più una neonata e per poco ancora sarà definibile "lattante". Ma è proprio ora che me la godo maggiormente. E' una cura, uno scopo, un viaggio senza ritorno verso la felicità. Penso spesso che ora che ho lei nella mia vita non sento il bisogno di aver nient'altro. Il mio ego, in passato molto presente, è stato annientato tanto da non vedermi più in quanto individuo, ma piuttosto come un tutt'uno con lei, con i suoi occhi, la sua bocca, l'odore dei suoi capelli (molti e lunghi!). Con le sue espressioni buffe, i suoi urletti di felicità, i versetti che usa per comunicare e che riesce a differenziare in base ai suoi sentimenti. ha già una spiccatissima dote comunicativa, non puoi non capire cosa le sta passando in mente! E soprattutto...i suoi sorrisi. Sorrisi che sciolgono iceberg di depressione su qualsiasi volto abbia la fortuna di incontrarli. I sorrisi che mi regala ad ogni momento, addirittura dopo il tanto odiato lavaggio nasale. Io lì che le spruzzo quantità industriali di soluzione fisiologica nelle sue piccole narici, lei che con lo sguardo spaventato cerca di non soffocare mentre muove le braccine a mò di tartaruga caduta sul dorso e io che, finita la tortura, la guardo, le dico BRAVA con un sorriso a 32 denti che lei ricambia dimenticando la disavventura all'istante.
Non penso di aver mai lontanamente immaginato quanto sia inspiegabilmente profondo questo sentimento che lega una madre ai propri figli. E' come se il dolore del parto (anche quello inspiegabile a parole) dovesse essere bilanciato con qualcosa di bello. E questo qualcosa di bello supera di gran lunga quel misero dolore che vedete ormai come un piccolo granello in mezzo ad una distesa di sabbia chiamata maternità, dove tutti gli altri granelli brillano di un amore così intenso e puro, da non desiderare altro che rotolarcisi e perdersi nel loro bagliore fino all'ultimo respiro.
Ti amo amore mio. Ho sempre odiato l'espressione "ti amo" detta fuori da un contesto di coppia, ma non trovo nessun'altra espressione più idonea a descrivere il sentimento che ogni giorno cresce in me, insieme a te.




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