giovedì 8 settembre 2011

Sopravvivere al primo mese...


Ecco, Delia è nata. Il nostro grande desiderio si è avverato, siamo tornati a casa e vorrei poter scrivere che la prima nostra sensazione è stata quella della famiglia più felice del mondo, che tutto sembrava una favola, che lei era un angioletto e che il mulino dietro casa fa delle ottime macine.

STRONZATE. La prima settimana a casa è stata un incubo. Crisi di pianto miei dovuti a calo ormonale, depressione post-parto con tanto di sentimenti di inedeguatezza e paura di non essere all'altezza. Al calar della sera, crisi di panico per la nottata che sarebbe arrivata e mi avrebbe tenuta sveglia fra pannolini sporchi (e non solo pannolini) e allattamento a suon di ragadi.

giovedì 4 agosto 2011

La nascita di mia figlia....

E così Delia è arrivata.... cercherò di essere breve e non perdermi troppo nei particolari, ecco com'è venuta al mondo il nostro pezzetto di paradiso.....

Sono le 4.30 di domenica 31 luglio 2011 e mi sveglio come sempre per andare a fare la pipì, sono a 39 settimane e 4 giorni di gestazione, ormai dormire è sempre più difficile. Abbasso le mutandine e vedo una perdita di acqua dal colore roseo. Penso sia l'inizio della rottura delle membrane ma poi mi vengono in mente i racconti delle altre mamme e la rottura delle acque pare avvenga in modo più "visibile"! A quel punto scendo in salotto e guardo questa benedetta luna nuova.... dentro di me mi dico che vorrei tanto nascesse subito la mia Delia, voglio conoscerla, l'impazienza ormai è alle stelle. VOGLIO conoscerla!!!

Torno a letto, mi sveglio verso le 8.00 con dei doloretti di tipo mestruale, ma non prendono la schiena  e penso che siano solo doloretti così....questi doloretti iniziano ad aumentare d'intensità e alle 8,30 vado in bagno e vedo una goccia di sangue con un pò di muco. Ci siamo! sento che ci siamo ma non voglio dirlo troppo in fretta, i dolori sono così leggeri che mi sembra strano, fossero davvero così sopportabili partorirei ogni giorno! Sveglio mio marito e gli dico che è meglio andare in ospedale, se non altro ci fanno il famoso tracciato per capire la situazione! Ce la prendiamo con comoda, facciamo colazione al bar e andiamo all'ospedale di Bentivoglio. Ci portiamo sù tutto, la mia valigia e quella di Delia. Arriviamo al reparto maternità e dico che sto perdendo il tappo e di avere le contrazioni ogni 15 minuti. Un' ostetrica mi guarda in e mi dice, penso che siano solo quelle iniziali e che il tuo parto è molto lontano, altrimenti avresti un altro tipo di faccia! 
Mi fanno la visita, non sono dilatata nemmeno della punta di un dito. Tracciato: presenza di contrazioni irregolari. Il dottore mi dice che se voglio, posso farmi ricoverare, altrimenti posso tornare a casa (distanza 10 km) e tornare quando i dolori saranno più forti. O cazzo, inizio a spaventarmi.......perché proprio mentre faccio il tracciato l 'intensità dei dolori aumenta e mi dico che se quello è solo l'inizio, sto per vivere un incubo! Decidiamo di tornare a casa e l ostetrica nel salutarmi mi dice "la prossima volta per scaramanzia non portare sù le valiglie)...
Torniamo a casa, decido di farmi un bagno caldo, ho sempre più male e continuo a perdere sangue e muco. Mio marito in bagno con me cronometra la distanza delle contrazioni, sempre irregolari sia come intervallo che come durata. Ad un certo punto mi chiede se può andarsi a fare un pisolino, io gli dico vai tranquillo, dopo 10 minuti mi trascino da lui piangendo. NON ce la faccio più!! Mi metto a piangere a singhiozzi e gli dico che se quelle non sono contrazioni  VERE, io VOGLIO l'epidurale!!! Ho paura! ora l'intervallo fra una contrazione e l'altra è di 5 minuti, poi di 3...io cammino per casa, mi butto per terra al picco di ogni contrazione, mio marito mi aiuta a vestirmi e torniamo in ospedale. Mi faccio venire a prendere in barella all'entrata, piango e chiedo scusa, dico che solitamente non sono una pappamolle ma questi dolori non sono umani!! Mi visitano: 7 cm di dilatazione. Sono le 12,30 e mi portano in sala travaglio, una camera intima con un letto, una poltrona e due ostetriche gentilissime che le bacierei se tornassi indietro! Mi svestono, mi mettono il camice e mi chiedono se preferisco stare in piedi ad affrontare il travaglio.....mettono tappetini assorbenti ovunque, io posso girare (e soffrire) nella stanza liberamente, questo è importante perché qualche attimo prima della fase finale ovvero di espulsione, chiedo di usare il bagno per "liberarmi"....(maledetto cappuccino!!!)...subito dopo sento il bisogno di spingere insieme alla contrazione sempre più forte e mi chiedono se preferisco usare lo sgabello, mi dicono che forse mi aiuterebbe ad affrontarla meglio e con il supporto di mio marito (che nel frattempo si stava godendo dal divanetto lo spettacolo di una donna nuda-mi sono liberata del camice in meno di tre minuti dall'inizio del travaglio-che si dimenava piegandosi per la stanza all'arrivo di ogni contrazione facendo respirazione ed espirazione a gogò), annuisco e mi portano un oggetto che assomiglia ad un water sul quale potermi sedere a gambe larghe e spingere, posano un telo per terra e inizia la fase più terribile che mai avrei potuto immaginare tale. Mi dicono di spingere e io chiedo disperata "ma come spingere? se spingo rischio di fare la cacca!" loro dicono che è proprio così, come se dovessi andare di corpo, mentre spingo faccio urli disumani, dico che non ce la faccio, mi sento uccidere, il bruciore e la sensazione lì sotto mi sovrastano, non ce la faccio non ce la faccio, ma ad ogni contrazione mio marito seduto dietro di me che mi fa da schienale sorreggendomi mi incoraggia a spingere e mi dice brava amore brava amore...le ostetriche mi dicono che ho una grandissima energia, io spingo per istinto e muoio poco a poco, la mia non è energia, è disperazione, voglia disperata di finire tutto l'incubo. Dopo la terza spinta l'ostetrica si mette il camice e prepara tutto, mio marito cerca di caricarmi facendomi notare che se si è messa il camice vuol dire che siamo alla fine. La testina si vede già, dice lei....arrivano una contrazione dopo l'altra, io spingo e urlo con l'acuto più alto e potente che possa emettere, come a richiamare Dio e e a dirgli aiutami o muoio. Ma non muoio. Mi sembra di perdere i sensi per un microsecondo..... e poi...ecco che la vedo scivolare giù. Nel mio stato di torpore vedo questa cosina viola tutta viscida che in un minuto si trasforma in mia figlia. Sono le 14.42, sento mio marito piangere come un bambino dietro di me. Ripete "ce l'abbiamo fatta, è bellissima" e piange a singhiozzi. Mi mettono sul letto e me l'appoggiano sul petto, inizia il nostro amore, il nostro primo contatto, la guardo, mi guarda, cerca il seno, le do il seno, l'ostetrica l'aiuta a prenderlo bene ed eccola lì che succhia. Mio marito è sulla sedia alla mia sinistra, mi bacia, ci bacia. Gli fanno tagliare il cordone e lui piange ancora. Intanto l'altra ostetrica mi dà altre indicazioni per far uscire la placenta e il resto, mi sento ancora molto indolenzita, Delia nell'uscire aveva la manina vicino alla bocca e mi ha lacerato un pò, mi fanno anestesie locali, cuciono, puliscono tutto, mi mettono la mutanda e l assorbente ed escono. Noi siamo lì. Da soli, in una stanza con le tapparelle a metà, una temperatura perfetta...rimaniamo in quella stanza noi tre per ben due ore e mezza. Trovo anche la forza di alzarmi dal lettino e mettergliela in braccio (scatto la foto più bella che potessi mai scattare in vita mia....l'espressione di un papà felice). Cammino un pò per sgranchirmi le gambe, il dolore lì sotto è impercettibile, ma non riesco a camminare benissimo, fa niente mi dico, fra un pò passa...guardo mio marito e mia figlia e tatuo nella mia mente il ritratto della nostra felicità assoluta.
Le ostetriche tornano, ci accompagnano al nido (la porta di fronte) e aiutano mio marito a farle il bagnetto e a pesarla. La controlla la pediatra, le mette il braccialettino, mette lo stesso braccialetto formato XL anche me e me la mettono in braccio. Ci accompagnano in stanza, la stendo nella culletta vicino al mio letto, la bacio, la copro e dorme. Mi metto nel letto vicino a lei e provo a dormire ma sono troppo innamorata di lei per chiudere gli occhi e lasciarla anche solo col pensiero.

Siamo tornati a casa martedì alle 15.00 e insieme a Delia siamo nati noi, i suoi genitori. Cambiati, ancora più uniti, e con una nuova priorità nella vita. L'abbiamo cercata per 4 lunghi anni, ma ne è valsa la pena. 



domenica 24 luglio 2011

Amy Amy Amy



E così, mentre mancano 10 giorni alla DPP, dopo una sessione di ginnastica da camera alla disperata ricerca di sfrattare l'inquilina (che ovviamente non ha funzionato allo scopo ma quantomeno ha reso felice LUI), mio marito scende in salotto e accende TGsky24. Mi chiama e mi dice "amore, ho una brutta notizia!!!". Mi annuncia la scomparsa di Amy Winehouse e giuro, sono rimasta congelata per dieci secondi.

sabato 2 luglio 2011

The Final Countdown



Oggi è il 2 Luglio. Fra un mese esatto la data presunta del parto. Che poi, quanti sono i casi in cui questa data sia stata effettivamente quella del parto? 1 su 10 milioni?
Ad ogni modo, io sono entrata nel nono mese. Ce l'abbiamo fatta! Il bollettino ANSIA (grazie Alicia per questo suggerimento) dice:
+22 kg, niente disturbi intestinali (vedi anche stitichezza o il suo contrario), niente nausee dopo il primo mese, niente capogiri, esami del sangue perfetti, urinocolture varie negative, immune alla toxoplasmosi, gonfiori nella norma e localizzati principalmente in prossimità degli arti inferiori (vedi caviglie) e viso, insonnia il sesto e settimo mese, energie ai massimi livelli nel sesto e settimo mese, sonno epocale ottavo e nono mese. Nessuna smagliatura VISIBILE sull'addome né sul seno. Presunte smagliature sul popò, ma tanto quelle c'erano già.

mercoledì 22 giugno 2011

Sex and the belly

Ho sentito spesso dire che in gravidanza si ha più voglia di avere rapporti sessuali. Che la libido aumenta e che gli orgarmi si intensificano.
Io invidio chiunque abbia potuto testimoniare questa diceria. Per me non è stato così. Eppure insomma sono una donna normale, ecco. Ho esigenze comuni, desiderio per il mio uomo e per il piacere. Ma con la gravidanza la parola SESSO è stata momentaneamente accantonata. Col senno di poi ho cercato di capirne le ragioni, le quali tra l'altro ho dovuto spiegare al mio povero marito. Sia chiaro, provare c'ho provato, i rapporti ci sono stati, con una frequenza da settantenne ma ci sono stati ecco. Anche se chiamarli rapporti sessuali mi sembra esageratamente ottimista. Li chiamerei piuttosto rapporti solidali, perché decidi di averli per solidarietà nei confronti di un uomo che di punto in bianco si ritrova in uno stato di totale clausura e annientamento dei sensi che ogni tanto gli sembra di scorgere la santa illuminazione.

lunedì 13 giugno 2011

la fastidiosa pulce nell'orecchio


- Mamma mia, come hai già preso 15 kg? (eh sì...ma sai pare che sia normale..ero sottopeso di 3 kg...)

- e quei piedi gonfi? cosa? anche le gambe sono raddoppiate??? mah, io anche ero sottopeso ma ho preso solo 9 kg (beata te, si vede che hai un'altra costituzione...)

 - ma la pressione è OK? (penso di sì....oddio, per ora sono viva e allegra)

- ma perché vai da una ginecologa privata? E' una spesa inutile! (lo so ma sono alla prima gravidanza e non avevo un ginecologo di fiducia, così ne ho scelta una all'ospedale in cui partorirò...per avere un referente sai, sentirmi seguita....)

- come non ti prende mai il peso? (ma...io glie l'ho chiesto, mi ha risposto che ero molto magra e lo sono tuttora per gli standard che vede lei di solito........va molto ad occhio....)

- la pressione te la prende? (no....però mi chiede come sto e io rispondo sempre da dio!.....)

- te lo sei fatto fare il video dell'ecografia 3D? (no!! è in una struttura ospedaliera la mia gine...non ha questo tipo di ecografo...)

- come non ha l'ecografo 3D? ma ormai ce l'hanno tutti! (ah sì....mah...non lo sapevo...)

- ti ha prescritto la folina? (sì, per i primi tre mesi)

- strano solo per tre mesi! (...)

- e le vitamine? di solito si prendono vitamine in gravidanza! (me le ha prescritte solo l'ultima volta per un pò di carenza di ferro....)


- comunque, io avevo questa pancia quando ho partorito. E' vero che ho partorito all'ottavo mese, però secondo me tu diventarai molto grossa alla fine del nono mese. (guarda, considera che da quando sono arrivata qui in Toscana sto mangiando come un muflone quindi probabilmente con la prima cacata della sera mi tornerà un pancino ino ino)

- Comunque gli ultimi due mesi ti dovrebbe controllare di più la tua gine perché sai c'è il rischio di gestosi, e inizia proprio con gonfiori.... (senti ci puoi andare un pò affanculo?)

sabato 11 giugno 2011

Di mare e di un pò di tristezza.



Solitamente la distanza fisica fra me e mio marito non mi ha mai spaventata. Spesso e volentieri la sua musica lo porta a viaggiare e a lasciarmi sola alcuni venerdì o sabato sera. Le prove col gruppo lo tengono fuori casa anche durante la settimana e non sono mancate le occasioni in cui alcuni week-end mi vedevano in trasferta dai miei nonni in Toscana per godere della gioia di rivederli e rilassarmi con loro.

Poi sono rimasta incinta. E il mito degli ormoni non è un mito. E' la verità. Ad un tratto mi sento vulnerabile, sensibile, delicata. Necessito di più attenzioni che mai e devono venire soprattutto dal mio lui.

venerdì 10 giugno 2011

L' INTERVISTA: 31 ANNI, 4 FIGLI


Come promesso nel post precedente, ho il piacere di pubblicare quest'intervista fatta ad una mamma come tante ma forse un pò più folle di molte... :-) Mi scuso fin da subito con chi la leggerà, per la lunghezza dell'intervista ma non potevo omettere le domande che sentivo di fare, e anzi, rimarrebbero tanti altri quesiti ma mi sono dovuta fermare. Se dovessero venirvi in mente altre domande che ritenete importanti, scrivetemi e le girerò alla diretta interessata, pubblicando successivamente le risposte su questo blog.



"qualche dato di base"

- nome: Alicia
- età: 31
- età marito: 28
- originaria di: Milano
- vivi a: Belluno
- hai sorelle e fratelli? Si   vivono vicino a te? No 
- sposata/convivente da: sposata da 7 anni
- numero figli: 4
- età dei figli: 5,3,2 anni e l’ultimo 5 mesi
- sono stati cercati o arrivati per caso? Due cercate,due arrivati per caso ma accolti con gioia
- età al momento delle gravidanze: 27/29/30/31

4 is megl che uan



Carissime lettrici, 
l'idea del parto in casa ormai è un soggetto accantonato. Il nostro progetto si ferma qui a causa di costi troppo elevati. All'estero la cifra è dimezzata e lo stato ti rimborsa il 100%, ma qui in Italia e più esattamente a Bologna, l'unica struttura che offre (si fa per dire) questo tipo di assistenza non solo chiede una cifra esorbitante, ma è riuscita ad ottenere che l USL ti rimborsi un 45% al massimo. Per maggiori dettagli a riguardo potete scrivermi in privato a folliedimamma@blogspot.com . Ad ogni modo, sto già iniziando a mettere da parte questi soldi per il prossimo parto :-)

Intanto oggi vi parlo di un altro tasto molto folle quanto molto interessante per la sottoscritta. 
Oggi vi anticipo un'intervista fatta ad una ragazza di 32 anni con ben 4 figli. Ho detto 4 sì, proprio 4! 
Non sono due coppie di gemelli, non si tratta di una famiglia araba o africana né rumena, non è milionaria, non è pazza né incosciente. E' solo la mamma che io vorrei essere un giorno. Tra l'altro anche molto ma molto bella (della serie abbiamo un solo anno di differenza e lei sembra mia figlia).

Ho conosciuto A. tramite un forum che frequento dal 2008 e grazie al quale ho fatto la conoscenza di una miriade di belle persone, belle mamme e future mamme. Con FB la nostra conoscenza si è intensificata e ho avuto il piacere di scoprire la sua bellissima famiglia. Sono riuscita ad incontrare "tutta la troupe" il week-end scorso, anche se per poco, ed è stato come conoscere tutti da subito. Amo i suoi figli, amo lei e il suo modo semplice e sereno di essere madre, mio marito ama la pazienza del super-papà giovane e sempre preso bene. Assistere all'organizzazione di sei persone in un contesto esemplare quale l'acquisto e la "magnata" di gelati in un posticino chiuso fuori dal quale stava per arrivare il diluvio universale, è stato molto stimolante e bello da vedere. Ed è lì che ti chiedi "ma come hanno fatto"? e soprattutto tornata a casa con mio marito il quesito che vien naturale chiedersi è : "come sono riusciti questi due genitori a disegnare sui volti dei loro figli quei sorrisi così intensi e in grado di scioglierti letteralmente l'anima? Sono bambini felici. Su questo non vi è alcun dubbio.

Ho chiesto alla diretta interessata se le sarebbe piaciuto essere intervistata e darci una preziosa testimonianza su COME si riesce oggi a mandare avanti una famiglia con 4 figli, un solo coniuge occupato e niente nonni come aiuto. In Italia. A me personalmente la cosa incuriosisce perché amo sfatare i miti. Il mito del "è impossibile". Niente è impossibile se lo si vuole davvero. Basta che una persona sia pronta a fare sacrifici, un sostantivo ormai tumulato dalle generazioni nate dopo gli anni '50.

Non vedo l'ora di ricevere le risposte all'intervista. E' un attesa che mi ricorda molto quella della puntata rivelatrice di lost. 

giovedì 9 giugno 2011

La nascita in casa di Paola



Come anticipato nel post precedente, era mia intenzione quella di condividere con voi la testimonianza della mia amica S. che vedete nella foto qui in alto e che la ritrae qualche ora prima del parto IN CASA.
28 anni, Biologa italiana che vive e lavora in Sudafrica, dove ha vissuto quest'intensa e memorabile esperienza. E' lei la colpevole di questa mia nuova "fissazione", Ma d'altra parte chi non sarebbe rimasto affascinato da un racconto del genere? mio marito dopo averlo letto ha detto: FACCIAMOLO. (il parto in casa intendo...). Avverto le lettrici più esigenti nei confronti della scrittura che il racconto è stato tradotto dalla sottoscritta dall'inglese all'italiano (il suo racconto era destinato alle sue compagne del corso pre-parto) e ha quindi una forma e una punteggiatura più anglofona che italiana. Ma ciò che conta è il messaggio, giusto?
Ecco a voi il racconto:


mercoledì 8 giugno 2011

Mission impossible (?): il parto in casa

Questo blog non si auto-definisce FOLLE per caso. E' folle perché vi sono trattati argomenti seri ma anche e soprattutto idee e spaccati di vita folli. Che poi, folle rispetto a cosa e a chi? Diciamo rispetto alla massa di gente coi prosciutti sugli occhi e con un'apertura mentale inferiore a quella di un bradipo. Con tutto il rispetto per il bradipo che magari mi sta pure leggendo. Come già detto nel post riguardante l'epidurale, è mio desiderio partorire nel modo più naturale possibile. Quando sempre nel post di cui sopra mi riferivo ai parti di un tempo, quando le puerpere partorivano in casa, non mi era in alcun modo balenata la possibilità di farlo oggigiorno, qui, in Italia, a Bologna.
Ma siccome niente avviene per caso, grazie alla pagina facebook di questo piccolo nonché intimissimo blog, una mia vecchia conoscenza (che risale alla scuola che frequentai in Belgio - vedi post sul bilinguismo), dopo aver letto la mia disquisizione sul parto con epidurale, mi ha contattata privatamente esprimendomi solidarietà di pensiero a riguardo e raccontandomi la sua esperienza di parto in casa. Inutile dirvi che ne sono rimasta affascinata. Che a leggerlo sembra quasi impossibile. Che se non conoscessi la persona e non fossi sicura della sua serietà e credibilità, penserei che mi stesse prendendo per il culo.
Invece al contrario, mi ha aperto una nuova porta che non pensavo di poter aprire, una di quelle porte davanti alla quale ti capita spesso di passare ma non hai la chiave, o non ti va di cercarla, e nemmeno ti interessa perché pensi di non trovarci niente di utile. E invece la apri e zac. Fregata. Ora non ne voglio più uscire.
La ragazza in questione mi ha altresì indicato il sito della prima casa maternità italiana, che, ironia della sorte, è sita a Bologna. IL NIDO è una struttura privata ma convenzionata (tutte le spese vengono rimborsate dalla USL all'80%) che mette a disposizione assistenza da parte di ostetriche "personali" durante la gravidanza, durate il parto e dopo il parto. Il parto può avvenire presso la struttura (accogliente e ad hoc per un momento così delicato e importante), presso un ospedale scelto dalla gestante o presso il proprio domicilio. Per quanto mi riguarda ho contattato chi di dovere e aspetto una risposta in merito al costo totale da sostenere e anticipare (vista la nostra catastrofica situazione finanziaria), dopodiché scatterà la nostra visita presso il centro e capiremo se la cosa è fattibile.
Vorrei però che le più scettiche si dimenticassero dell'immagine del parto in casa di 100 anni fa. Se il business della nascita non avesse contagiato anche gli ospedali, forse anche qui in Italia ci sarebbero più parti in casa. Tanti sono i miti da sfatare, credetemi, quindi niente terrorismo a tal proposito. Il parto in casa ESISTE, è LEGALE, è SICURO e se i PROFESSIONISTI del settore ti danno il nullaosta per proseguire nella tua scelta, non c'è NIENTE da temere.

lunedì 6 giugno 2011

De gustibus si vedono da subito

Le ho fatto ascoltare hip hop, soul, jazz, il papà c'ha provato con la dubstep e il drum&bass (che genitori incoscienti!) ma abbiamo capito che il suo genere è un altro......



Come definire il genere musicale in questione non saprei, ma so che l'autrice di questa musica che ispira mia figlia nel fare stretching e yoga è Helen O'Hara ed il brano è "Love and respect" estratto dall'album Southern Hearts. Ho scoperto questo brano su youtube mentre facevo ricerche sul rilassamento durante il parto e più precisamente sulla tecnica dell Hypnobirth (di cui forse parlerò più avanti riportando la testimonianza di una mia amica). Inutile specificare che Delia appena l'ho tolto non si è più mossa. E secondo me si è anche offesa.

Ora mi tocca trovare il sito più conveniente dove acquistare acquistare tutti gli mp3 di quest'artista. Potrebbero tornarmi utili quando la principessa sarà nata.

sabato 4 giugno 2011

Lettera che (forse) non leggerai mai....

Non la leggerai mai perché conoscendomi, fra qualche mese, o anno, o forse fra qualche giorno, questo blog non esisterà più.
Però. Non si sa mai. Forse rimarrà qui in eterno, come l'altro, che potrai leggere per farti due risate sui tuoi genitori, anche se a pensarci bene forse è meglio di no. Potresti usarlo contro di noi quando ti proibiremo di fare certe cose.

Comunque, ecco. Mi presento, io sono la tua mamma (mi fa strano scrivere mamma e pensare che stia indicando la sottoscritta). Ti avverto da subito: non sono una persona semplice. Spero che del mio carattere tu non prenda: l'incoerenza, l'insicurezza, la misantropia, l'insofferenza, la permalosità e la tendenza alla depressione. Sì ecco, descritta così, potresti pensare di esser stata sfortunata, spero proprio che tu non sia capace di sentire le mie parole prima ancora che siano scritte su questo blog, potresti aver voglia di non uscire mai.

venerdì 3 giugno 2011

epidurale sì, epidurale no

Ecco un post che potrei pentirmi di aver scritto fra un paio di mesi. Ecco un tema scottante e difficile da affrontare se non si è ancora passate dal fatidico momento del parto...
Ma è giusto parlarne e confrontarsi, auto-analizzarsi e valutare i pro e i contro dell'EPIDURALE.
Premettendo che non esiste un parto naturale non doloroso, premettendo che i rischi per madre e figlio sono minimi se si opta per questo tipo di anestesia, mi sento di dire, oggi, a due mesi prima del mio primo parto, che è mio desiderio NON usufruirne.
Qualche mese fa avrei scritto "sono assolutamente contraria" ma man mano che si avvicina il giorno X, divento sempre più fifona. La mia parte idealista, naturalista, audace e ottimista dice che da superdonna quale sono, resisterò al dolore e anzi, tutto verrà così naturale e spontaneo che non mi sembrerà nemmeno di aver partorito. L'altra parte di me, realista, scettica e codarda dice "e se il dolore fosse davvero così insopportabile, straziante, da volerti strappare la carne di dosso......"?

giovedì 2 giugno 2011

QUESTA NON è UNA MIA VIRTU'

Di solito quando desidero una cosa, la voglio subito. La concezione del tempo che passa e che mi divide dall'oggetto del mio desiderio non è elemento accettabile per la mia natura  istintiva e passionale. Vi lascio immaginare quanto sia stata dura arrivare alla realizzazione del mio sogno di maternità dopo tre anni. E' stata faticosa sia per me che per la nostra coppia, ma è anche stato un motivo di consolidamento del nostro sentimento. E' risaputo, infatti, che molte coppie, di fronte a questo tipo di problemi, mollano il colpo, entrano in crisi personali e mistiche, chiedendosi se era davvero il loro destino quello di conoscersi e sposarsi e di voler costruire qualcosa che alla fine non potrà esistere....

E' difficile poter dire con certezza di aver trovato la propria anima gemella, i dubbi sono sempre dietro l'angolo, in agguato, non aspettano altro che poterti assalire e rovinarti la vita.
Ma io e lui ne eravamo certi e questa certezza tuttora ci regala i brividi al solo scambio di sguardi: siamo fatti l'uno per l'altra. 
Ciononostante, è stata non poco complicata la mia convivenza con lei, la pazienza. Una convivenza forzata non è mai piacevole, ma poco a poco ti ci abitui e ciò che ti recava fastidio, dolore e irritabilità, si trasforma in rassegnazione.

Quel test positivo mi ha addolcita nei confronti della tanto odiata convivente e anzi, ad un certo punto ho quasi pensato che mi avesse aiutata a crescere e migliorare e che in un modo assai masochistico mi avesse portato a gioire ancor di più di quel momento magico. Ho iniziato ad accettare la sua presenza nella mia vita, così come si accetta un genitore con il quale non si va quasi mai d'accordo, che non sembra capirti e che il più delle volte vorresti vedere il meno possibile. Ma nessuno sceglie i propri genitori e lei, la pazienza, è stata come una seconda madre indesiderata. Una matrigna.

Fino a qualche mese fà, questa entità sembrava essersi fatta da parte, la nostra convivenza sembrava non avere nessun rilievo nella mia vita. Tutto precedeva nel migliore dei modi, nei tempi giusti, e con la scorrevolezza naturale di un ruscello d'acqua dolce.

Una sera però, ha ribussato alla mia porta diecendomi: "purtroppo mi sa che hai ancora bisogno di me".
Io stavo tentando di sgonfiare le mie zampogne, alle prese con la mia quinta doccia giornaliera, accaldata ed in esplosione ormonale. 

DUE mesi. Devo resistere ancora due (f o t t u t i s s i m i) mesi.

Ha tentato di farmi qualcosa di simile ad una predica (credendo di farmi del bene) chiedendomi come mai io avessi già fatto tutto, se non troppo, con largo, larghissimo anticipo. La cameretta, i vestitini, la culla, la valigia della bambina per l'ospedale.....
Io l'ho interrotta sul nascere del litigio replicando che sono adulta e libera di essere me stessa: IMPAZIENTE.

Stava per abbandonare la discussione dopo aver alzato le spalle quando le ho detto con tono pacato e forzatamente pacifico: 

"ad ogni modo, non ho fatto proprio tutto".
e lei: - "ah no???"
e io: "no. mancano le mie camicie da notte e la mia vestaglia."
e lei: "brava! così se per qualsiasi piccolo problema dovessi aver bisogno di andare in ospedale, ti mancheranno le uniche cose indispensabili!"

Non le ho nemmeno risposto. Ho lasciato la stanza sussurrando un silenziosissimo:


ma-va-ffa-ncu-lo-va.


TRENTUNO

mercoledì 18 maggio 2011

Mi mancherà.....


Una cosa è certa: mi mancheranno questi calcetti sulla bocca dello stomaco. Che poi penserò di sentirli ma sarà altro. Diciamo che i miei trascorsi da gastroenteritica e migliore amica della colite mi avevano preparata a questi movimenti, ma posare la mano sulla pancia e sentire la tua testolina (o il tuo piede? o la tua gamba?) non ha eguali.

questione di dettagli

Sì, lo so. Mi perdo in piccole cose, piccolezze a piccole dosi. Ma i dettagli sono importanti, ecco. La cameretta era sì perfetta ma qualcosa stonava senz'altro perché nel guardare quelle foto scattate, la mia espressione da così :-) si ritrovava così :-\

Poi ho capito. "Quelle mensole vanno sistemate". 
Ultimo giro da Ikea, Lunedì mattina alle ore 10.00 sono la prima ad entrare nel paradiso delle similarredatrici fai-da-te.

Sono uscita con 30 euro in meno nel portafogli ma ora, entro nel piccolo angolo di paradiso floreale e rimango così :_D  (sì è una lacrima di gioia, grazie ormoni della gravidanza che fate impazzire le mie ghiandole lacrimali)


martedì 17 maggio 2011

Una giornata follemente "linguistica"

Terminata la decorazione della cameretta (ho apportato qualche modifica che vi mostrerò poi), terminata la fase lava e stira di TUTTO ciò che entrerà in contatto con mia figlia, non mi rimane che la valigia per il parto.... ALT! Datti un freno, per carità! OK che non siamo scaramantiche, ok che a Giugno te ne starai a sguazzare al mare e non avrai tempo...ma per favore
fai    una    pausa.
Dopo aver dato ascolto al mio grillo parlante e aver deciso che per la valigia aspetterò di entrare nella trentesima settimana (dopo essermi quantomeno procurata la lista messa a disposizione - si spera - dall'ospedale), ho deciso di cercarmi un'altra occupazione. E quindi ieri sera, proprio mentre stavo per tirar fuori le foto del viaggio di nozze fatto nel lontano 2006 e l'album ancora confezionato, pronta ad una sessione sfrenata di assemblaggio parti in causa.....ecco che squilla il cellulare. Finalmente qualcuno si è accorto dei miei annunci sparsi nella zona, e finalmente qualche povero studente ha bisogno delle mie ripetizioni. Decidiamo di vederci oggi, io, la mamma e la bimba. Alle 15.00 arrivano, la mamma avrà avuto pressoché la mia età, una bella ragazza giovane, alla mano e con una vita vissuta non sempre nell'ovatta...la bambina, Giada, sta per finire la prima media ma un anno fa le è stata diagnosticata una forma di leucemia e ha saltato praticamente tutto l'anno scolastico, ragione per la quale quest'anno si è trovata indietro con molte materie e rischia la bocciatura (CHE SE LA BOCCIANO SONO DEI FIGLI DI PUTTANA). Siamo state a parlare e a conoscerci per un paio d'ore, la bambina è in gamba, ha anche un'ottima pronuncia in entrambe le lingue e la nostra sfida sarà quella di farla passare dalla media di 4.5 ad un bel 8! cazzo sì, ce la devo fare!  Ormai per quest'anno è andata, le lezioni che le darò da qui a quando partorirò avranno l'unico scopo di rispolverare le sue conoscenze, capire quali sono le sue lacune e trovare la metodologia giusta. E quindi care amiche, il mercoledì le darò ripetizioni di francese, e il martedì di inglese. Da domani si inizia e sono emozionata e nervosa allo stesso tempo. Di sicuro Delia imparerà la grammatica già prima che nasca!!

Poi.
Siccome, come scritto nel titolo, questa giornata è stata follemente dedicata alle lingue straniere, ho avuto la brillante idea (e non lo dico con ironia) di aggiungere i sottotitoli in lingua italiana ad un video che scoprii qualche giorno fa su internet e che mi colpii a tal punto di volerlo condividere con tutte le mamme e future mamme. Aimé essendo in lingua inglese, non tutte sarebbero state in grado di coglierne il significato e quindi......quindi grazie alla capacità innata in ogni donna di essere testarda, di incaponirsi e di voler portare a termine un'impresa una volta che questa si è ficcata nella sua bionda/mora/castana/rossa testolina, sono riuscita a trovare il modo di aggiungere i sottotitoli al video in questione. E ora, care amiche, questo è un omaggio per voi (istruzioni per l'uso: visualizzare il video su youtube e spingere su cc in basso a destra, selezionando quindi subtitles : italiano),




ah. dimenticavo. oggi la mia gravidanza compie 29 settimane. E ho da poco iniziato a russare, rendendo difficile il sonno al maritino. Dio esiste.

domenica 15 maggio 2011

Il giardino incantato di little D.


























Credits:

adesivi muro: GIARDINO INCANTATO acquistati QUI
adesivi armadio arancione: TUTTO A 99 CENTS.
tende, panca/cassettone, sedia per poppata  e tessuto per sedia, fasciatoio con accessori, abat-jour da muro, zanzariera, peluches vari, porta-prodotti bambino da muro arancione, mini-cesto vimini quadrato bianco, contenitore di stoffa biancheria sporca:  IKEA
tappetino arancione: LEROY MERLIN
fiocco di nascita: acquistato QUI



sabato 14 maggio 2011

My baby crazy clothes

Ieri ho finalmente finalizzato il capitolo lavaggio e stiro degli indumenti della bambina. Gli ormoni della gravidanza mi stanno dando alla testa: io che prendo in mano un ferro da stiro con 30 gradi è un miracolo bello e buono.
Ho riposto tutti i body e pagliaccetti nei cassetti, i vestitini nel suo armadio. La cassettiera mi è stata regalata di seconda mano da mio zio ed è la classica cassettiera ikea impersonale e dal colore insignificante. Ho deciso di personalizzarla e renderla più vivace, attaccandovi sulla parte piana, la carta da rivestimento per mobili. Ne ho scelta una bianca con fantasia di farfalle, la stessa che ho poi utilizzato per rivestire l'interno dei cassetti. Ho invece optato per una carta gialla "effetto marmo" per rivestire e quindi ravvivare il fondo dell'armadione dove ho creato lo spazio per i suoi vestitini.   Ho inoltre comprato una cassettiera di plastica da LeRoy Merlin da incorporare nell'armadio in modo da usarla sia per gli indumenti utilizzabili dopo i sei mesi, sia per le lenzuoline del lettino. 

Ho altresì provato ad iniziare ad incollare gli adesivi ai muri ma con mia infinita delusione ho scoperto che quelli comprati in centro a Bologna non si attaccano se le pareti non sono del tutto lisce. Quelli del giardino incantato invece pare che si attacchino, ma lo faremo oggi, una volta ultimata la fase decorazione cameretta.
Non avendo assolutamente intenzione di buttar via quei favolosi sticker che ritraggono due cerbiattini (acquistati, tengo a ricordarlo, in uno dei negozi TUTTO A 99 CENTESIMI), ho trovato una soluzione: attaccarli su un'anta dell'armadio, più esattamente sull'anta dove vi sono i vestiti della nostra principessa...
Dulcis in fundo mi è arrivato il fiocco, con mia sorpresa molto grande (25X45) ma estremamente semplice e fine.





martedì 10 maggio 2011

28 folli settimane

e le festeggiamo così:

 una coccola felina.

 una dopo-doccia cremoso.


 la prima lavatrice per lei.

il nostro contatto.

lunedì 9 maggio 2011

Follie dal web

Ogni tanto maledico la tecnologia, perché ci porta via tanto tempo a cazzeggiare su facebook, perché non trovi subito i documenti che cerchi e hai nostalgia del vecchio rullino. Perché la tua mano si è disabituata alla scrittura e la tua calligrafia assomiglia sempre di più ad un elettrocardiogramma.
Eppure.
Eppure da quando esiste internet, vi ho potuto fare i migliori acquisti di tutti i tempi. Certo, una buona dose di fortuna mi ha accompagnata fin qui illesa da qualsiasi tipo di fregatura virtuale. O forse sono semplicemente in grado di prendere le misure di sicurezza necessarie chiamate carta ricaricabile e fiuto per il venditore fake. 
Ad ogni modo, poiché assolutamente contrari a qualsiasi forma di consumismo senza però rinunciare all'estetica associata alla funzionalità degli acquisti, io e mio marito abbiamo deciso di comprare una culla di seconda mano. Leggendo quà e là infatti, abbiamo dedotto che questo oggetto (indispensabile nel nostro caso poiché la nostra camera da letto si trova al piano superiore e trasportarvi la navicella del TRIO usando la scala a chiocciola angusta e difficile, non ci sembrava molto comodo) ha un'utilità di una durata media di 4 mesi. I prezzi delle culle nuove, anche solo sotto forma di cesto di corda con le maniglie, ci sembravano spropositati e abbiamo quindi iniziato la nostra ricerca su internet.
Il sito migliore per gli acquisti online che ti permette di incontrare il venditore e controllare quindi la merce è www.subito.it.
Ho selezionato la mia regione, specificato la città, inserito la parola chiave di ricerca "culla" e come per magia eccola. 50 euro. Usata pochissime volte e comprendente di corredino apposito e materassino.
Chiamo, ci mettiamo d'accordo e domenica mattina siamo da questa ragazza giovane e molto disponibile.
Parliamo un pò, ci offre da bere e mi porta in camera da letto a vedere l'oggetto del mio desiderio.
Mi dice che compreso nel prezzo vi è anche il poggia culla e che poiché al telefono le avevo detto che la mia bambina nasce in agosto, mi ha preparato una sacca rosa con i vestitini e i primissimi body della sua prima figlia nata a Giugno. Io non so cosa rispondere, la ringrazio infinitamente, chiedendole se è proprio sicura di non volerli tenere o dare a persone a lei più vicine.Mi risponde che la gente è restia nell'accettare abbigliamento per bambini di seconda mano. A questo punto tiro fuori il portafogli e le chiedo se sono sempre 50 euro. lei mi dice che a dire il vero sul sito ha scritto TRATTABILI e me ne chiede 45. Io e rispondo che non ci penso nemmeno e le allungo 50. 
Ora, si dice che il karma delle persone altruiste spesso attirino altre persone altruiste, ma dalla teoria alla pratica vi è quell'incredulità e scetticismo che sfociano in un "ho avuto un gran culo".





mercoledì 4 maggio 2011

Di passioni indelebili

Oltre alla mia passione per la musica soul e per la mia futura attività di madre, ve ne sono altre tre che non posso non inserire in questo mio diario di bordo: i tatuaggi, i gatti e la cucina.

Il mio primo tatuaggio lo feci nel lontano 1997, quando ancora l'arte del tattoo non si era trasformata in una moda ma rappresentava piuttosto un simbolo personale da incidere sulla pelle. Era una rosellina sulla spalla destra. Ricordo come se fosse ieri che prima di svelarla a mia madre ci misi una settimana, spaventata a morte della sua reazione perbenista. Stranamente, sembrò apprezzarla, forse per i colori pallidi che la rendevano elegante e per la  misura molto contenuta che mi permetteva di nasconderla facilmente. Quella rosa simboleggiava la mia maggiore età, l'aver preso il diploma, l'aver finalmente lasciato casa per condurre la vita da universitaria. 
6 anni dopo feci il mio secondo tatuaggio. Mi ero laureata a Marzo del 2003 e in Agosto mi trasferii a Fuerteventura (Isole Canarie) per gestire un internet café. Lasciai alle spalle la mia vecchia vita fatta di stress, studio, esperienze sentimentali cariate da dolori e insoddisfazioni, e ricominciai un secondo capitolo della mia vita da adulta. Fu in quell'occasione, che tatuai sul piede destro un colibrì in segno di libertà assoluta. Quell'isola fu in grado di rigenerarmi nello spirito e nel corpo. Arrivai lì che ero un ammasso lardoso dal colore grigiastro e dalla testa pesante. Dopo pochi mesi ero una gnocca paurosa, atletica e piena di vita.
3 anni dopo mi ritrovavo davanti all'altare con l'uomo della mia vita, non più a Fuerteventura ma a Bologna, città nella quale ero scappata dopo essermi ripresa da una brutta storia sentimentale che da Fuerteventura mi portò fino in Irlanda (e io che mi pensavo libera). Nel ricominciare una nuova vita, decisi di tatuarmi l'iniziale del nome di mio fratello, unico uomo prima di mio marito, ad avermi aiutata nei momenti più difficili. La "D" mi fu incisa sul lato destro del fianco, insieme a due fiori di loto, simbolo della creazione, del passato, del presente e del futuro. Ora che ci penso è anche la D della mia Delia. Niente succede mai per caso.
Passati altri 3 anni, decido di realizzare uno dei sogni della mia vita e di buttarmi nella creazione di un album. Il percorso creativo è stato lungo e faticoso ma volevo ricordarlo tatuandomi un albero di ciliegio, simbolo della beatitudine che ha ispirato letterati, musicisti e pittori fin dall'antichità. Per chi non l'avesse ancora capito, amo la cultura orientale. Questo tatuaggio è il più grande nonché significativo che abbia fatto finora. Inutile descrivere l'indignazione di mia madre quando mi ha visto la scapola destra completamente ricoperta da nuvole, fiori volanti, rami impazziti...ma questa sono io e faccio sempre di testa mia.

Il mio gatto. Beh, non giriamoci troppo attorno, non riuscendo a rimanere incinta ho voluto colmare questa mancanza con un figlio a 4 zampe. E' stata una vera sfida per me, sempre soprattutto nei confronti di mia madre che non ha mai amato gli animali e si è ben vista dal permettermi di averne uno quando ero bambina e ne desideravo uno. Sono cresciuta con la voglia di vivere la compagnia di un animale domestico senza quel timore dell'ignoto ereditato da mia madre. Eppure ogni volta che entravo in casa di compagne di scuola con cani e gatti, mi sentivo a disagio, quasi avessi paura di non so cosa. Gli unici animaletti che mi fu permesso di adottare furono due tartarughine d'acqua che ogni tanto mi mettevo sul cuscino il sabato mattina per coccolarmele (mentre lo scrivo mi viene da ridere) e un canarino di nome Ricky. 
Un anno fa, dopo l'ennesimo test negativo, mi sono decisa a recarmi al gattile più vicino e mi sono portata a casa un cucciolo delizioso bianco e nero, l'ultimo rimasto di una cucciolata cresciuta senza mamma gatta.
Ora Bigghy è qui accanto a me che dorme. E' educato, pulito, giocoso, vivace, affettuoso, socievole con le persone che entrano nel nostro appartamento e morirei se gli succedesse qualcosa. Ho scoperto un nuovo mondo grazie a lui, l'aver a che fare con i felini non è facile e il loro affetto te lo devi guadagnare con il rispetto che però dev'essere sempre reciproco. Un'ottima lezione da mettere in pratica anche con la mia piccola principessa. E l'idea di vederli giocare insieme mi strugge il cuore dalla gioia!

E infine la mia passione per la cucina. Premetto che mio padre è passato dall'attività di parrucchiere all'attività di ristoratore e devo ammettere che quest'ultima sembrava fatta su misura per lui. Abbiamo avuto tre ristoranti a Bruxelles, sempre di cucina tipicamente pugliese. Ovviamente a me a quei tempi poco importava della cucina, ero piuttosto presa da scuola, dopo-scuola e ragazzi. Mia madre non ha mai amato particolarmente cucinare e avendo a disposizione tre ristoranti, erano poche le volte nelle quali si dilettava in quest'attività domestica. Una volta lasciata la mia famiglia e raggiunta la vita da universitaria, ho iniziato ad arrangiarmi fra pasta con sughi precotti, insalatone e fettine di carne in padella.
Poi mi sono sposata. E si sà, la convivenza, se vissuta con piacere e armonia, porta a sentirsi creative anche mentre si pulisce il bagno  di casa. Vuoi che tutto sia accogliente per tuo marito e per te, e nei momenti di relax, oltre ad una buona lettura, inizi a dilettarti in ricette di cucina. Sono partita con un ricettario sui vari modi di cucinare la verdura (essendo molto attenta alla salute in tavola), successivamente a seconda del cibo che mi ritrovavo nel frigo, cercavo su internet le ricette che potessero combinare questi alimenti in modo originale. E da lì sono passata alla cucina orientale, all'uso delle spezie e ad esperimenti culinari fra creatività e pazzia. Avevo anche iniziato a trascrivere tutto in un blog chiamato "La cuisine de Léo" e sottotitolato: "hai fame? arrangiati!" che potrete trovare qui.

Ovviamente, oltre a queste passioni, vi è l'amore per il viaggio, per la scoperta di nuove culture, per l'arte a 360 gradi, per la fotografia, per la decorazione, per la lettura e per la scrittura. Ma ovviamente, crescendo e lavorando, è necessario fare una cernita di quelle che più ti rappresentano. Queste sono le mie passioni, questa sono io. Nell'attesa di vivere quella più grande e di farla convivere con la mia folle passionalità per la vita.



lunedì 2 maggio 2011

Oversize giustificata?

Diciamoci la verità. Ho sempre pensato che da ragazza magra quale ERO, con la gravidanza mi sarebbe spuntata solo quella deliziosa pancia tonda e ben definita. Mi immaginavo a portare i miei jeans attillati a vita bassa fino al nono mese, tanto poi le magliette avrebbero messo in evidenza solo il bellissimo zainetto anteriore contenente il pargoletto.
Come no.
I primi 3 mesi sono riuscita ad ingrassare di ben 7 chili. E non che io abbia cambiato abitudini alimentari. Ok, forse le quantità di cibo per pasto tendevano ad aumentare, ma pensavo di avere un buon metabolismo. Pensavo. Oggi, ventisettesima settimana, sono già a quota +12 chili. E mancano 3 mesi. 
Ma non è tanto questa cifra che mi spaventa o che mi deprime, quanto piuttosto la difficoltà a cui devo far fronte tutti i giorni quando cerco nell'armadio qualcosa che mi possa entrare senza sembrare un ippopotamo  con la tutina rosa elasticizzata.
Che poi, non è che a vedermi lo diresti che ho preso questi chili, sono sempre proporzionata e non ho rotoli che schizzano fuori dai pantaloni. Solo che prendere due taglie e dover adattare il tuo armadio alla tua nuova "forma" fisica ti traumatizza un pò. Se poi ci aggiungi il matrimonio di una tua amica a cui presenzi con un vestito che pensi ti stia bene fino al momento in cui ti porgono la macchina fotografica per lasciarti curiosare fra le foto appena scattate, arrivi all'apice dell'autostima. Oltre a farti ricordare quella benedetta regola del rigato che ingrassa (che se già prima quel vestito elasticizzato metteva in evidenza i tuoi fianchi mediterranei, ora appare come un'insegna che dice "si accettano scommesse sulla larghezza massima della botte"), vedi il tuo viso anzi DUE VISI IN UNO e pensi "ma questa non sono io!" Il doppio mento che già per costituzione riesci ad avere anche con i tuoi 50 chili, adesso si è quintuplicato. No dai, ci vedo doppio. O è la macchinetta che fa schifo. Impossibile, è la migliore reflex digitale che ti sia mai capitata fra le mani.

E quindi per qualche giorno dopo l'avvenimento ti senti depressa e pensi che la prossima estate, con i 9 mesi di gravidanza nel grembo, non ti sarà permesso sfoggiare i tuoi bikini. 
Questo è il primo insegnamento di questa indimenticabile e unica esperienza di trasformazione del tuo corpo: mai fantasticare sulla tua estate "appanzata" immaginandoti di essere Nicole Ritchie. Piuttosto, circondati di immagini di dive oversize e contemplane la loro bellezza. Perché la magrezza non ci piace (fase di autoconvincimento). Ora non mi rimane che andare alla ricerca di un costume intero stile anni 50 e magari darmi anche al Burlesque. Sempre senza uscire di casa, sia chiaro.



giovedì 28 aprile 2011

pippe mattutine (alla 26esima settimana)

Si ok. Sono le 5.36 e mi sono svegliata un'ora fa. In un contesto normale, sarei rimasta a letto e prima o poi girati e rigirati (da leggere come tempo verbale indicativo imperativo), mi sarei riaddormentata. 
Ma con alien che si allena a fare i freeze di break dance in pancia è dura. Alien e l'acidità di stomaco che si porta appresso (la mia, sia ben chiaro) non vanno d'accordo col sonno. E piuttosto che riflettere sui quesiti del futuro, ho preferito tirar giù le mie belle chiappette dal letto, scendere al piano di sotto, farmi coccolare dall'omino coi baffi a 4 zampe, accendere la TV e il mac e girovagare in rete per ammazzare il tempo, mentre di sottofondo la tata se la balla con Sheffield.
Uno dei miei blog preferiti al momento è l'ormai famoso "machedavvero" perché mi regala sempre qualche sorriso e mi prepara a ciò che sarà o potrebbe essere.
Purtroppo però mi rivedo poco nell'autrice e mamma giovanissima. Non solo per il fatto di aver cercato questa gravidanza (anche se non mancano le paure, sia chiaro), ma soprattutto perché LEI non avendo scelto di diventare mamma, ha trovato maggior forza per portare avanti i suoi sogni e realizzarli, per creare i suoi spazi e diventare una donna realizzata nonostante la sua attività di mamma.
Io invece che di anni ne ho 33, non mi sento ancora realizzata in niente. Sono la tipica ragazza (userò questo termine anche a 40 anni, mettetevi l'animo in pace) che sa fare tutto e niente. Mi sono laureata in traduzione ma ho rinchiuso il mio titolo di dott.ssa per diventare un'impiegata da contratto a tempo indeterminato, ricoprendo una posizione senza prospettive e possibilità di carriera, solo per la certezza di uno stipendio fisso tutti i mesi, anche se esiguo. Mi sono sempre detta che "mi va bene così" perché ciò mi permette di dedicarmi alla mia seconda attività alias grande passione della mia vita ovvero la musica soul. Faccio soul con un gruppo, ho già 2 album alle spalle con un collettivo hip hop underground, ho girato tutti i centri sociali d'Italia, ho suonato ad alcuni jazz festival ecc ecc. 
Ma tutto ciò senza mai riuscire a fare quel salto che mi permettesse di diventare un'artista a tempo pieno. Per come la vedo io è un fallimento a tutti gli effetti, anche se poi durante le interviste radiofoniche nei programmi di nicchia mi sento dire di aver un gran talento. Purtroppo per mancanza di occasioni e di giuste conoscenze, il mio album solista uscito solo a Febbraio di quest'anno (molto ben recensito da giornali e siti del settore quali rumore, blow-up, rockit, Indieforbunnies e altri) non mi ha affatto cambiato la vita. Certo, l'arrivo della gravidanza non me ne ha lasciato il tempo. Ma è stata una MIA scelta. Pensavo nella mia ingenuità di poter avere un figlio e continuare la mia impresa da mission impossible. 
E invece eccomi qui. 4 cartoni di CD in garage che fino a poco fa erano nell'attuale stanzetta di Delia, ancora sigillati perché non ho fatto in tempo a distribuirli nei negozi specializzati. E qui sento di aver lasciato un lavoro a metà. Un sogno rimasto incastrato un pò fuori un pò dentro quel cassetto semichiuso.

Eppure, anch'io come Wonderland voglio credere di poter realizzare il mio sogno, anche con una figlia. Certo, la mia sfida è senz'altro molto più difficile. Vedi il lavoro da impiegata a cui ora come ora non trovo alternative se voglio continuare a pagare il muto di casa, vedi la mia non più tanto giovane età (per l'industria musicale soprattutto) e soprattutto vedi la mancanza di nonni assolutamente disponibili.
Mia suocera è giovane e lavora a tempo pieno, mia madre vive a 300 km da me 6 mesi l'anno. Gli altri 6 mesi i km diventano 2754.

Se volevate capire a che tipo di follia si riferisse il titolo del blog, beh, penso di averlo rivelato in questo post. La folle impresa sarà quella di conciliare me stessa, la mia passione per il soul e quindi le esibizioni (da cercare e da fare) e vari impegni che dovrò obbligatoriamente rispettare, il mio lavoro frustrante quanto indispensabile che mi terrà lontana da casa 8 (?) ore e il mio ruolo di mamma. E se non dovessi farcela? beh, chissà che altre lettrici non possano ritrovarsi nei miei racconti e il mondo del blogging non mi possa aiutare com'è accaduto alla giovane mamma in questione? Con questi presupposti ora posso proprio dire addio al sonno per le prossime 16 ore. Meglio continuare a sognare con Francesca, la tata che in un batter d'occhio si è sistemata a vita.

mercoledì 27 aprile 2011

Tre trimestri per tribolare

Essendo praticamente entrata nel terzo trimestre, ho pensato di ripercorrere questi sei mesi, prendendo un trimestre alla volta e cercando di ricordare quali siano state le caratteristiche più evidenti.

Il primo trimestre, beh, è stato ovviamente caratterizzato dalla gioia della notizia, dall'impazienza di urlarlo al mondo intero, dalla paura che prima della fine del terzo mese qualcosa potesse andar storto (grazie anche alle persone che intorno a te insistono nel ricordarti che è meglio non dire niente a nessuno per scaramanzia...e qui piazzerei un grande MAH!), dalle nausee che fortunatamente mi hanno risparmiata dopo le prime tre settimane, ma soprattutto dalla stanchezza. Riguardo alla gioia di essere finalmente incinta e al volerlo annunciare al più presto, ricordo divertita che ce ne andammo io e mio marito a metà del terzo mese alle terme e che fiera nel mio bikini, pensavo di sfoderare il mio bel pancione. Tanto che chiesi a mio marito di scattarmi foto da ogni angolazione! E ammirando gli scatti dove veniva immortalata una piccolissima quanto impercettibile protuberanza addominale, ricordo come fosse ieri la mia fortissima convinzione di avere già la pancia da donna palesemente incinta.
Oggi riguardo quelle foto e mi viene da ridere, specie guardandomi ora.


Con il secondo trimestre arriva la cosiddetta "sindrome del nido" ovvero quella folle smania di voler costruire al più presto il nido della tua principessa, inizi ad avere tanta di quella energia che riusciresti a ribaltare tutta la casa, spostando mobili e arrivando a pulire negli angoli che prima non avevi nemmeno mai incrociato con lo sguardo. Ti preoccupi di avere il controllo su tutto, compri un'agenda nella quale trascrivi a mano a mano tutto ciò che ti viene in mente riguardo agli acquisti per la pupa, attingi da vari siti e forum sulla maternità tutte le informazioni possibili e crei una lista ad hoc. Poco importa se la sera crolli sul divano con le gambe gonfie e le caviglie doloranti. Tu DEVI (vedi anche VUOI TREMENDAMENTE) vedere la sua cameretta finita e avere la valigia per il parto già pronta e diligentemente organizzata. Anche se mancano ancora 3 mesi!!! 
E non riesci a pensare ad altro, apri un blog per parlare di lei, ti addormenti sul divano e sogni le sue manine, ti stringi sul petto di tuo marito e con lui parli di quando avrà 5 anni e la porterete a New York, ogni tanto tu e papino entrate nel vostro ex ufficio/stanza svago per sgranare gli occhi davanti a ciò che molto presto sarà la sua stanzetta...come due idioti vi rivolgete al lettino vuoto e dite con voce ebete "amore, ci pensi che siamo genitori??"....
Ecco, io so che questa è una fase di gioia immensa anche scaturita dall'ignoto, dal sogno, dall'idealizzazione di un ruolo di per sé difficile ma che nella nostra testa ORA equivale ad una vincita alla lotteria.

Per inaugurare il terzo trimestre, ecco le foto della stanzetta di Delia, ancora allo stato brado. .






venerdì 22 aprile 2011

Cercare follemente

Tre anni sono tanti. Dopo i primi sei mesi subentrano le paure di non essere in grado di dare alla luce un figlio. Pensi a zia Maria che non è mai riuscita ad avere figli ed ha una casa sovrappopolata da gatti. In tre anni vai incontro a crisi esistenziali, crisi con il tuo partner, ti imbatti di frequente in donne col pancione, che magari sono rimaste incinte "per sbaglio" ed inizi ad odiare il mondo. Te la prendi con Dio, con l'aria che respiri e i cibi che ingerisci. Fai i conti con ausili per monitorare la tua ovulazione, fare sesso passa dall'essere un piacere ad una questione di principio, volere un figlio diventa una fissazione e non conta più niente. 
E' in quei tre anni che mi sono spesso chiesta "perché un figlio?". Speravo di potermi dare delle risposte che mi facessero rinunciare a questo desiderio forse istintivo e primitivo, o forse solo egoistico. Mi sono detta che sarebbe stato il caso di pensare ad una vita senza figli, nell'eventualità che ciò accadesse. Mi sono detta che in fin dei conti sarei rimasta giovane per tutta la vita, avrei avuto due tette sode fino a sessant'anni, mi sarei potuta girare il mondo, avrei potuto dedicare il mio tempo alla mia passione per il soul, realizzando così un sogno che necessita di talento ma anche di molto tempo a disposizione. 
Pensieri buttati al vento. Solidi nella loro brutalità quanto fragili nella loro veridicità. 
La realtà era una sola: volevo un figlio che fosse il risultato del nostro amore. Volevo un figlio per riscattare quelle mancanze provocate inconsapevolmente dai miei genitori che di questo tanto menzionato AMORE poco hanno visto e assaporato. Io e mio marito abbiamo alle spalle due situazioni familiari parallele e quasi identiche. Un figlio che cresce in mezzo alle liti dei genitori porta con sé insicurezze, instabilità emotive, e confusione sulla propria personalità e identità. 
Avere un figlio per noi avrebbe significato trasmettere il nostro sogno di felicità familiare, in una realtà tangibile e terrena.

Certo, non siamo così ingenui da pensare che basti aver trovato la propria metà per vivere il lavoro di genitori nella maniera più facile di questo mondo. Siamo da sempre consapevoli di quanto il pianto di un bambino in aereo possa urtare il sistema nervoso centrale, di quanto siano ingestibili e inevitabili i capricci di un mocciosetto. Ma niente di tutto ciò ha mai frenato la nostra voglia di vedere quale terribile e folle personalità sarebbe uscita da due persone come noi.

Quando il test digitale ha urlato con gioia INCINTA, penso di aver vissuto una delle emozioni più forti, la felicità estrema di una donna che dopo 3 anni, cure e sacrifici, riesce a credere nei sogni.

Non so se avrei preferito essere una di quelle donne che rimane incinta per sbaglio, cui aspettative sono inizialmente disastrose e deprimenti ma che mano a mano che il loro ruolo di mamma prende forma, la loro felicità e soddisfazione cresce sempre più. Di certo, chi ha troppe aspettative viene spesso deluso ed è per questo che come in ogni cosa, abbiamo deciso di vivere questa nuova avventura alla giornata, senza progetti, senza prospettive, come fosse arrivata casualmente. E credetemi, siamo entrati così tanto nella parte che siamo stati addirittura colti da paure ed angosce.

Ma questo è il bello della vita e di dar luce ad una nuova. La folle attesa di una sorpresa.


giovedì 21 aprile 2011

Vestitini folli

Sapevo che con una femminuccia sarei diventata schiava dei miei occhi. Io che non bado molto a come mi vesto...io che con la scusa della creatività farei impallidire i due conduttori fanatici dell'inguardabile programma "Ma come ti vesti??". E mentre leggete il titolo del programma in questione vi prego di piegare leggermente le ginocchia, allungare il busto in avanti e portare le vostre mani ai lati del viso (5 cm precisi di distanza tra mani e viso sarebbero l'ideale) e scuoterle in avanti e indietro. Con aria un pò snob se possibile.

Dicevo, sapevo che sarei cambiata, ma non fino a questo punto. Sono iniziati i primi acquisti e con loro anche i regali (anche chiamati "vestitini usati ereditati dalle amiche più altruiste").

La follia è solamente al suo inizio...


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