giovedì 8 settembre 2011

Sopravvivere al primo mese...


Ecco, Delia è nata. Il nostro grande desiderio si è avverato, siamo tornati a casa e vorrei poter scrivere che la prima nostra sensazione è stata quella della famiglia più felice del mondo, che tutto sembrava una favola, che lei era un angioletto e che il mulino dietro casa fa delle ottime macine.

STRONZATE. La prima settimana a casa è stata un incubo. Crisi di pianto miei dovuti a calo ormonale, depressione post-parto con tanto di sentimenti di inedeguatezza e paura di non essere all'altezza. Al calar della sera, crisi di panico per la nottata che sarebbe arrivata e mi avrebbe tenuta sveglia fra pannolini sporchi (e non solo pannolini) e allattamento a suon di ragadi.
Non è stata una passeggiata. Avere questa piccolissima creatura indifesa che piangeva e non dava spiegazioni né istruzioni sul come renderla felice, ha creato forti crisi nella sottoscritta. Mi ritrovavo a piangere di notte mentre l'allattavo perché avevo male, perché volevo dormire, perché mi mancava la mia vecchia vita senza GROSSISSIME responsabilità, perché l'amavo e l'odiavo allo stesso tempo, perché non riuscivamo a comunicare. Io e Delia.
Non riuscivo a mangiare perché l'angoscia mi divorava e appena piangeva dovevo correre da lei per poi bestemmiare (ebbene sì, l'ho fatto per la prima volta nella mia vita e non ne vado affatto fiera!) e supplicare mio marito di fare qualcosa. Mio marito...un angelo in terra.
Passata la prima settimana, ho iniziato ad avere dimestichezza con cambi e bagnetto, tanto che verso la fine della seconda sono riuscita a farle un bagnetto senza la presenza di mio marito. Ma il suo pianto, quell'urlo disperato di mia figlia, quel suo viso che diventa rosso e il suo fiato spezzato da lacrime di dolore (?)...quello non riuscivo ancora a metabolizzarlo.
Allora sono iniziate le ricerche su internet, le domande a pediatra, ostetriche, mamme, nonne, zie....
Abbiamo scoperto il sondino per aiutarla con le colichette, ma no che dico, non va usato perché crea dipendenza, siamo stati informati che fra una poppata e l'altra bisogna far passare tre ore, ma anche no! perché oggi la tendenza è quella di allattare su richiesta! Lo fanno gli animali, perché non noi? alla fine non siamo anche noi animali? (oddio, ma il canguro si fa la doccia e legge per rilassarsi?) l'allattamento deve durare 40 minuti, 20 per tetta, ma anche no! non va bene guardare l'orologio (effettivamente 1000 anni fa come facevano senza?) se la bambina dorme durante la poppata usate tutti i metodi che conoscete per svegliarla, no anzi non va svegliata perché quando dorme cresce. Prendete una fascia per averla sempre con voi, non prendete una fascia perché fa male alla schiena del nenonato, per le ragadi usate dei prodotti, non usate dei prodotti ma usate i paracapezzoli d'argento e per allattare i paracapezzoli in silicone, lasciate piangere il bambino, non lasciate piangere il bambino, fasciatelo col lenzuolo così non si spaventa delle sue stesse braccia (ma cazzo, ci sono 40 gradi!!!)......
Una confusione pazzesca. Non riuscivo a vedere mia figlia come un essere unico e dotato di esigenze proprie, ma cercavo risposte in altre esperienze simili. Non posso dire che sia stato un errore perché in un certo senso sono stata informata di cose che non avrei saputo altrimenti. Ma filtrare le informazioni a seconda delle esigenza di tua figlia (e tue!!!) non è facile. Specie se dormi 4 ore a notte e non riesci ad occuparti di te! Diventi irritabile, nervosa, incazzata e diventare mamma sembra essere diventato un problema, non un dono. Ti guardi allo specchio e vedi un cadavere con una pancia molle e dei capelli da pazza. Non entri nei tuoi vecchi vestiti e non hai niente che corrisponda alla taglia 44. Tuo marito ogni tanto cerca di tirarti sù, ti dice che sei brava e bellissima come mamma ma tu lo odi e non sai perché. Forse perché mentre piangi allattandola di notte sulla sedia ikea a dondolo, lui ce l'hai davanti spaparanzato sul letto che se la ronfa come un papa.
Insomma è stata dura. E quando tutti mi dicevano che sarebbe passata e che prima o poi sarebbe stato tutto più facile e che avevo bisogno di tempo per conoscere mia figlia, prendevo quelle parole per illusioni lontane da raggiungere.

Invece ci siamo. Un mese, 1 settimana e 1 giorno e sono finalmente una mamma felice. Il tirocinio al purgatorio mi è servito e sono finalmente giunta in paradiso. Certo, i problemi continuano ad esserci ma ora SO come affrontarli. Ho fatto le mie scelte a seconda della mia persona e delle esigenze di Delia e tutto sta tornando sotto il mio (totale?) controllo. Ecco qui le soluzioni che ho elaborato per la mia esperienza.

Delia nelle prime settimane di vita si attaccava al seno di continuo e fra una poppata e l'altra non riusciva a dormire per più di mezz'ora, un'altra mezz'ora la passava piangendo (e io con lei) e dopo un'ora era di nuovo attaccata alla tetta. Dopo quasi un mese ho scoperto che non avevo abbastanza latte ad ogni poppata (o forse lei non ne tirava abbastanza vista la sua pigrizia) e quindi si era abituata a fare vari spuntini (minimo 10 per l'esattezza) nell'arco delle 24 ore. Ho risolto introducendo un'aggiunta di latte artificiale. le do un biberon la mattina quando il mio seno è praticamente vuoto e a volte er l'ultima poppata prima della notte. Da ieri finalemnte siamo riusciti a regolarizzarla e mangia ogni 3 ore esatte. Anche la notte. E quando allatto, lei succhia ed è felice di ricevere così tanto latte.
I pianti per le colichette non le permettevano di dormire e ho scoperto che facendole fare molti ruttini durante le poppata (staccandola e mettendola sulle mie ginocchia dandole colpetti sulla schiena), le coliche sono diminuite poco a poco. 
Ovviamente non sono scomparse e tuttora ha difficoltà a defecare a causa dei gas intestinali. La soluzione più efficace per il momento è risultato essere il sondino (fino a 2 volte al giorno). Io ho eliminato i latticini derivati dal latte vaccino e bevo molta tisana al finocchio. 
Per incrementare la produzione di latte mangio molte volte durante la giornata e bevo molti succhi di frutta.
Per far guarire le ragadi nel minor tempo possibile e godere dell'allattamento senza dolore ho usato i paracapezzoli in argento che ho tenuto fra una poppata e l'altra per un mese. Dopo pochi giorni dalla prima applicazione le ragadi si sono cicatrizzate e da una settimana non sento più nessun tipo di dolore né fastidio ai capezzoli. Per un attacco al seno corretto ho guardato i video su youtube e ho fatto un giro sul sito della lega del latte.
E finalmente l'ho fatto...ci sono riuscita e si sta rivelando sempre più utile: ho letto il libro IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI NEONATI. Avevo provato a leggerlo durante le prime settimane ma non mi ero focalizzata su chi fosse mia figlia e quali fossero le sue necessità. A quel punto non poteva servire a niente applicare "consigli/regole" per vivere serenamente la presenza in casa di un neonato. Adesso che lei conosce me e io conosco lei, quel libro sta diventando un ottimo supporto e conferma altresì che bisogna fermarsi ad osservare il proprio neonato, così come ho fatto e continuo a fare per occuparmi di lei nel migliore dei modi. Grazie a quel libro sono riuscita ad abituare Delia ad addormentarsi nella sua culla o nel passeggino e non in braccio (a meno che non abbia crisi di pianto da coliche nel qual caso la cullo a pancia in giù sull'avanbraccio), mi avvalgo di alcuni punti fondamentali come quello di parlare a mia figlia e rispettarla in tutto ciò che faccio per renderla sicura e partecipe alla mia vita. Lo consiglio davvero a tutte le neo-mamme ma consiglio di iniziare a leggerlo dopo almeno 3 settimane dalla nascita del proprio figlio.

Per il resto che dire? di sicuro non è semplice, le proprie esigenze passano in secondo piano, ma col tempo tutto diventa più gestibile e ciascuna mamma è in grado di trovare la dimensione giusta per non annullarsi completamente. Ad esempio ieri per la prima volta sono andata a fare la spesa con lei nella carrozzina e l ho portata con me in altri due posti. Piano piano mi sento più sicura e laddove dovesse iniziare a piangere, so gestirla e calmarla. E se e quando non ci riesco beh, pazienza. I neonati piangono ma poi diventano come me e voi che mi leggete. Il tempo passa e passa anche per loro. Purtroppo e per fortuna.

Adesso posso dirlo. Siamo una famiglia felice. Che non fa ancora sesso, ma felice. LOL

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