Tre anni sono tanti. Dopo i primi sei mesi subentrano le paure di non essere in grado di dare alla luce un figlio. Pensi a zia Maria che non è mai riuscita ad avere figli ed ha una casa sovrappopolata da gatti. In tre anni vai incontro a crisi esistenziali, crisi con il tuo partner, ti imbatti di frequente in donne col pancione, che magari sono rimaste incinte "per sbaglio" ed inizi ad odiare il mondo. Te la prendi con Dio, con l'aria che respiri e i cibi che ingerisci. Fai i conti con ausili per monitorare la tua ovulazione, fare sesso passa dall'essere un piacere ad una questione di principio, volere un figlio diventa una fissazione e non conta più niente.
E' in quei tre anni che mi sono spesso chiesta "perché un figlio?". Speravo di potermi dare delle risposte che mi facessero rinunciare a questo desiderio forse istintivo e primitivo, o forse solo egoistico. Mi sono detta che sarebbe stato il caso di pensare ad una vita senza figli, nell'eventualità che ciò accadesse. Mi sono detta che in fin dei conti sarei rimasta giovane per tutta la vita, avrei avuto due tette sode fino a sessant'anni, mi sarei potuta girare il mondo, avrei potuto dedicare il mio tempo alla mia passione per il soul, realizzando così un sogno che necessita di talento ma anche di molto tempo a disposizione.
Pensieri buttati al vento. Solidi nella loro brutalità quanto fragili nella loro veridicità.
La realtà era una sola: volevo un figlio che fosse il risultato del nostro amore. Volevo un figlio per riscattare quelle mancanze provocate inconsapevolmente dai miei genitori che di questo tanto menzionato AMORE poco hanno visto e assaporato. Io e mio marito abbiamo alle spalle due situazioni familiari parallele e quasi identiche. Un figlio che cresce in mezzo alle liti dei genitori porta con sé insicurezze, instabilità emotive, e confusione sulla propria personalità e identità.
Avere un figlio per noi avrebbe significato trasmettere il nostro sogno di felicità familiare, in una realtà tangibile e terrena.
Certo, non siamo così ingenui da pensare che basti aver trovato la propria metà per vivere il lavoro di genitori nella maniera più facile di questo mondo. Siamo da sempre consapevoli di quanto il pianto di un bambino in aereo possa urtare il sistema nervoso centrale, di quanto siano ingestibili e inevitabili i capricci di un mocciosetto. Ma niente di tutto ciò ha mai frenato la nostra voglia di vedere quale terribile e folle personalità sarebbe uscita da due persone come noi.
Quando il test digitale ha urlato con gioia INCINTA, penso di aver vissuto una delle emozioni più forti, la felicità estrema di una donna che dopo 3 anni, cure e sacrifici, riesce a credere nei sogni.
Non so se avrei preferito essere una di quelle donne che rimane incinta per sbaglio, cui aspettative sono inizialmente disastrose e deprimenti ma che mano a mano che il loro ruolo di mamma prende forma, la loro felicità e soddisfazione cresce sempre più. Di certo, chi ha troppe aspettative viene spesso deluso ed è per questo che come in ogni cosa, abbiamo deciso di vivere questa nuova avventura alla giornata, senza progetti, senza prospettive, come fosse arrivata casualmente. E credetemi, siamo entrati così tanto nella parte che siamo stati addirittura colti da paure ed angosce.
Ma questo è il bello della vita e di dar luce ad una nuova. La folle attesa di una sorpresa.
2 commenti:
tesoro che bellissime parole, ricordo e ricordo te cn le tue paure, i tuoi sogni e la voglia di rimanere coi piedi piantati a terra. Io ne ero convinta e tu avevi ancora tanta paura, ma ora ci sei ed hai a cosa più bea del mondo nel tuo grembo!
E' bellissimo quello che dici Leo!E sicuramente la vostra felicità non potrà che essere moltiplicata un milione di volte da questo desiderio tanto agognato che finalmente si realizza!Noi siamo stati fortunati, non solo a rimanere subito 'incinti' ma soprattutto ad avere la gioia di accogliere un bimbo sano e perfetto, come sono sicura che sarà la vostra piccola Delia!AUGURIIIIIIIIIIII
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