giovedì 28 aprile 2011

pippe mattutine (alla 26esima settimana)

Si ok. Sono le 5.36 e mi sono svegliata un'ora fa. In un contesto normale, sarei rimasta a letto e prima o poi girati e rigirati (da leggere come tempo verbale indicativo imperativo), mi sarei riaddormentata. 
Ma con alien che si allena a fare i freeze di break dance in pancia è dura. Alien e l'acidità di stomaco che si porta appresso (la mia, sia ben chiaro) non vanno d'accordo col sonno. E piuttosto che riflettere sui quesiti del futuro, ho preferito tirar giù le mie belle chiappette dal letto, scendere al piano di sotto, farmi coccolare dall'omino coi baffi a 4 zampe, accendere la TV e il mac e girovagare in rete per ammazzare il tempo, mentre di sottofondo la tata se la balla con Sheffield.
Uno dei miei blog preferiti al momento è l'ormai famoso "machedavvero" perché mi regala sempre qualche sorriso e mi prepara a ciò che sarà o potrebbe essere.
Purtroppo però mi rivedo poco nell'autrice e mamma giovanissima. Non solo per il fatto di aver cercato questa gravidanza (anche se non mancano le paure, sia chiaro), ma soprattutto perché LEI non avendo scelto di diventare mamma, ha trovato maggior forza per portare avanti i suoi sogni e realizzarli, per creare i suoi spazi e diventare una donna realizzata nonostante la sua attività di mamma.
Io invece che di anni ne ho 33, non mi sento ancora realizzata in niente. Sono la tipica ragazza (userò questo termine anche a 40 anni, mettetevi l'animo in pace) che sa fare tutto e niente. Mi sono laureata in traduzione ma ho rinchiuso il mio titolo di dott.ssa per diventare un'impiegata da contratto a tempo indeterminato, ricoprendo una posizione senza prospettive e possibilità di carriera, solo per la certezza di uno stipendio fisso tutti i mesi, anche se esiguo. Mi sono sempre detta che "mi va bene così" perché ciò mi permette di dedicarmi alla mia seconda attività alias grande passione della mia vita ovvero la musica soul. Faccio soul con un gruppo, ho già 2 album alle spalle con un collettivo hip hop underground, ho girato tutti i centri sociali d'Italia, ho suonato ad alcuni jazz festival ecc ecc. 
Ma tutto ciò senza mai riuscire a fare quel salto che mi permettesse di diventare un'artista a tempo pieno. Per come la vedo io è un fallimento a tutti gli effetti, anche se poi durante le interviste radiofoniche nei programmi di nicchia mi sento dire di aver un gran talento. Purtroppo per mancanza di occasioni e di giuste conoscenze, il mio album solista uscito solo a Febbraio di quest'anno (molto ben recensito da giornali e siti del settore quali rumore, blow-up, rockit, Indieforbunnies e altri) non mi ha affatto cambiato la vita. Certo, l'arrivo della gravidanza non me ne ha lasciato il tempo. Ma è stata una MIA scelta. Pensavo nella mia ingenuità di poter avere un figlio e continuare la mia impresa da mission impossible. 
E invece eccomi qui. 4 cartoni di CD in garage che fino a poco fa erano nell'attuale stanzetta di Delia, ancora sigillati perché non ho fatto in tempo a distribuirli nei negozi specializzati. E qui sento di aver lasciato un lavoro a metà. Un sogno rimasto incastrato un pò fuori un pò dentro quel cassetto semichiuso.

Eppure, anch'io come Wonderland voglio credere di poter realizzare il mio sogno, anche con una figlia. Certo, la mia sfida è senz'altro molto più difficile. Vedi il lavoro da impiegata a cui ora come ora non trovo alternative se voglio continuare a pagare il muto di casa, vedi la mia non più tanto giovane età (per l'industria musicale soprattutto) e soprattutto vedi la mancanza di nonni assolutamente disponibili.
Mia suocera è giovane e lavora a tempo pieno, mia madre vive a 300 km da me 6 mesi l'anno. Gli altri 6 mesi i km diventano 2754.

Se volevate capire a che tipo di follia si riferisse il titolo del blog, beh, penso di averlo rivelato in questo post. La folle impresa sarà quella di conciliare me stessa, la mia passione per il soul e quindi le esibizioni (da cercare e da fare) e vari impegni che dovrò obbligatoriamente rispettare, il mio lavoro frustrante quanto indispensabile che mi terrà lontana da casa 8 (?) ore e il mio ruolo di mamma. E se non dovessi farcela? beh, chissà che altre lettrici non possano ritrovarsi nei miei racconti e il mondo del blogging non mi possa aiutare com'è accaduto alla giovane mamma in questione? Con questi presupposti ora posso proprio dire addio al sonno per le prossime 16 ore. Meglio continuare a sognare con Francesca, la tata che in un batter d'occhio si è sistemata a vita.

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