mercoledì 4 maggio 2011

Di passioni indelebili

Oltre alla mia passione per la musica soul e per la mia futura attività di madre, ve ne sono altre tre che non posso non inserire in questo mio diario di bordo: i tatuaggi, i gatti e la cucina.

Il mio primo tatuaggio lo feci nel lontano 1997, quando ancora l'arte del tattoo non si era trasformata in una moda ma rappresentava piuttosto un simbolo personale da incidere sulla pelle. Era una rosellina sulla spalla destra. Ricordo come se fosse ieri che prima di svelarla a mia madre ci misi una settimana, spaventata a morte della sua reazione perbenista. Stranamente, sembrò apprezzarla, forse per i colori pallidi che la rendevano elegante e per la  misura molto contenuta che mi permetteva di nasconderla facilmente. Quella rosa simboleggiava la mia maggiore età, l'aver preso il diploma, l'aver finalmente lasciato casa per condurre la vita da universitaria. 
6 anni dopo feci il mio secondo tatuaggio. Mi ero laureata a Marzo del 2003 e in Agosto mi trasferii a Fuerteventura (Isole Canarie) per gestire un internet café. Lasciai alle spalle la mia vecchia vita fatta di stress, studio, esperienze sentimentali cariate da dolori e insoddisfazioni, e ricominciai un secondo capitolo della mia vita da adulta. Fu in quell'occasione, che tatuai sul piede destro un colibrì in segno di libertà assoluta. Quell'isola fu in grado di rigenerarmi nello spirito e nel corpo. Arrivai lì che ero un ammasso lardoso dal colore grigiastro e dalla testa pesante. Dopo pochi mesi ero una gnocca paurosa, atletica e piena di vita.
3 anni dopo mi ritrovavo davanti all'altare con l'uomo della mia vita, non più a Fuerteventura ma a Bologna, città nella quale ero scappata dopo essermi ripresa da una brutta storia sentimentale che da Fuerteventura mi portò fino in Irlanda (e io che mi pensavo libera). Nel ricominciare una nuova vita, decisi di tatuarmi l'iniziale del nome di mio fratello, unico uomo prima di mio marito, ad avermi aiutata nei momenti più difficili. La "D" mi fu incisa sul lato destro del fianco, insieme a due fiori di loto, simbolo della creazione, del passato, del presente e del futuro. Ora che ci penso è anche la D della mia Delia. Niente succede mai per caso.
Passati altri 3 anni, decido di realizzare uno dei sogni della mia vita e di buttarmi nella creazione di un album. Il percorso creativo è stato lungo e faticoso ma volevo ricordarlo tatuandomi un albero di ciliegio, simbolo della beatitudine che ha ispirato letterati, musicisti e pittori fin dall'antichità. Per chi non l'avesse ancora capito, amo la cultura orientale. Questo tatuaggio è il più grande nonché significativo che abbia fatto finora. Inutile descrivere l'indignazione di mia madre quando mi ha visto la scapola destra completamente ricoperta da nuvole, fiori volanti, rami impazziti...ma questa sono io e faccio sempre di testa mia.

Il mio gatto. Beh, non giriamoci troppo attorno, non riuscendo a rimanere incinta ho voluto colmare questa mancanza con un figlio a 4 zampe. E' stata una vera sfida per me, sempre soprattutto nei confronti di mia madre che non ha mai amato gli animali e si è ben vista dal permettermi di averne uno quando ero bambina e ne desideravo uno. Sono cresciuta con la voglia di vivere la compagnia di un animale domestico senza quel timore dell'ignoto ereditato da mia madre. Eppure ogni volta che entravo in casa di compagne di scuola con cani e gatti, mi sentivo a disagio, quasi avessi paura di non so cosa. Gli unici animaletti che mi fu permesso di adottare furono due tartarughine d'acqua che ogni tanto mi mettevo sul cuscino il sabato mattina per coccolarmele (mentre lo scrivo mi viene da ridere) e un canarino di nome Ricky. 
Un anno fa, dopo l'ennesimo test negativo, mi sono decisa a recarmi al gattile più vicino e mi sono portata a casa un cucciolo delizioso bianco e nero, l'ultimo rimasto di una cucciolata cresciuta senza mamma gatta.
Ora Bigghy è qui accanto a me che dorme. E' educato, pulito, giocoso, vivace, affettuoso, socievole con le persone che entrano nel nostro appartamento e morirei se gli succedesse qualcosa. Ho scoperto un nuovo mondo grazie a lui, l'aver a che fare con i felini non è facile e il loro affetto te lo devi guadagnare con il rispetto che però dev'essere sempre reciproco. Un'ottima lezione da mettere in pratica anche con la mia piccola principessa. E l'idea di vederli giocare insieme mi strugge il cuore dalla gioia!

E infine la mia passione per la cucina. Premetto che mio padre è passato dall'attività di parrucchiere all'attività di ristoratore e devo ammettere che quest'ultima sembrava fatta su misura per lui. Abbiamo avuto tre ristoranti a Bruxelles, sempre di cucina tipicamente pugliese. Ovviamente a me a quei tempi poco importava della cucina, ero piuttosto presa da scuola, dopo-scuola e ragazzi. Mia madre non ha mai amato particolarmente cucinare e avendo a disposizione tre ristoranti, erano poche le volte nelle quali si dilettava in quest'attività domestica. Una volta lasciata la mia famiglia e raggiunta la vita da universitaria, ho iniziato ad arrangiarmi fra pasta con sughi precotti, insalatone e fettine di carne in padella.
Poi mi sono sposata. E si sà, la convivenza, se vissuta con piacere e armonia, porta a sentirsi creative anche mentre si pulisce il bagno  di casa. Vuoi che tutto sia accogliente per tuo marito e per te, e nei momenti di relax, oltre ad una buona lettura, inizi a dilettarti in ricette di cucina. Sono partita con un ricettario sui vari modi di cucinare la verdura (essendo molto attenta alla salute in tavola), successivamente a seconda del cibo che mi ritrovavo nel frigo, cercavo su internet le ricette che potessero combinare questi alimenti in modo originale. E da lì sono passata alla cucina orientale, all'uso delle spezie e ad esperimenti culinari fra creatività e pazzia. Avevo anche iniziato a trascrivere tutto in un blog chiamato "La cuisine de Léo" e sottotitolato: "hai fame? arrangiati!" che potrete trovare qui.

Ovviamente, oltre a queste passioni, vi è l'amore per il viaggio, per la scoperta di nuove culture, per l'arte a 360 gradi, per la fotografia, per la decorazione, per la lettura e per la scrittura. Ma ovviamente, crescendo e lavorando, è necessario fare una cernita di quelle che più ti rappresentano. Queste sono le mie passioni, questa sono io. Nell'attesa di vivere quella più grande e di farla convivere con la mia folle passionalità per la vita.



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